Che chiudano le scuole!
Pubblicato da Marcella De Carli
Oggi, tra i commenti ad un articolo di Repubblica sulle prossime novità alle elementari, ho letto queste parole che hanno scandalizzato tanti lettori e che invece, secondo me, sono state una provocazione utile
Vero è che chi adesso si appresta a distruggere la scuola pubblica non lo fa certo pensando a alternative più flessibili, libertarie e antioautoritarie, anzi, ciò che accadrà sarà esattamente il contrario: un bel ritorno al voto, alla disciplina e al saper leggerescriverefardiconto come unici fondamenti. In più si spalancano le porte alle scuole private che, nella maggior parte dei casi, sono cattoliche e certamente non brillano per apertura pedagogica.
Io penso però che una discussione vada aperta.
«La scuola è quell’esilio in cui l’adulto tiene il bambino fin quando è capace di vivere nel mondo degli adulti senza dar fastidio.»
Maria Montessori
Fuori dal medioevo
Pubblicato da Marcella De Carli
Ma qualcuno davvero ha pensato che saremmo usciti dalla decadenza della scuola grazie a una banda di inquisitori con la coscienza sporca rappresentati da una che non ha mai messo piede in un’aula se non da studentessa? Che con la pedagogia non c’entra nulla e che parla di scuola come ne parlerebbe mia nonna? Che le uniche cose che rivendica come pensiero sono la disciplina e il voto?
Questi sono gli stessi che sono riusciti a pensare di schedare le persone senza fissa dimora solo per il fatto di non avere una casa. Ad obbligare i clandestini a fare a meno delle cure ospedaliere altrimenti rischiano di essere denunciati dai medici. A far nascere bambini nel pericolo perchè le loro madri non andranno in ospedale a partorire.
Gli stessi che sfruttano per fini politici l’agonia di una persona e il calvario della sua famiglia.
Quelli che vogliono mettere mano alla legge basaglia e riaprire i manicomi.
Basta, portatemi fuori dal medioevo.
Prima i milanesi, quindi i morattini, ultimi i clandestini!
Pubblicato da Marcella De Carli
Se Milano, come tanti dicono, è il banco di prova per la nazione intera, le politiche per l’infanzia del Comune fanno pensare: dunque, a due anni e mezzo si può essere tranquillamente catapultati in un mondo alieno se hai il passaporto padano, viceversa se sei pronto e desideroso di stare con altri bambini ma non hai il bollino giusto ti lasciano fuori! EVVIVA L’ITALIA!
Moioli: sugli stranieri recepita l’ordinanza del giudice
Asili, il Comune «apre» ai clandestini
Iscritti anche i figli di immigrati irregolari. Ma precedenza ai milanesi
MILANO - Classi aperte ai bambini figli d’irregolari. L’anno prossimo potranno regolarmente iscriversi alle materne. «Abbiamo recepito l’ordinanza del giudice, come accadde già l’anno scorso», spiega l’assessore comunale alle Politiche sociali Mariolina Moioli. Riferimento chiaro e diretto alle polemiche dell’anno scorso, esplose dopo il ricorso di una donna maghrebina, immigrata irregolare, che si era vista respingere l’iscrizione della figlia. Mesi di polemiche, tra aule di Tribunale e interpellanze in Parlamento.
Quest’anno l’apertura ai figli degli irregolari è messa nero su bianco, a partire proprio dal regolamento per l’iscrizione alle scuole dell’infanzia che oggi apparirà sul sito del Comune. Iscritti sì, ma in coda agli altri. Precedenza assoluta ai residenti nel Comune di Milano, nati tra il primo gennaio 2004 e il 30 aprile 2007. A seguire poi — ed ecco la seconda novità — i bambini nati tra il primo gennaio e il 30 aprile 2007, gli «anticipatari», che debuttano in aula già a due anni e mezzo, come prescritto anche dal ministero dell’Istruzione. Milano s’adegua e, anche in questo caso, recepisce. Poi, e solo poi, vengono i bambini «presenti abitualmente nel Comune di Milano privi di una residenza anagrafica». Gli irregolari, appunto.
Andrea Senesi
04 febbraio 2009
Satira noreligion da flippaut
Pubblicato da Marcella De Carli
Inviato il: 3/2/2009, 21:13
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CITAZIONE (Masnada @ 3/2/2009, 20:15)E ’sti cazzi!!!Ho appena visto un servizio al tg: parlava il segretario generale della CEI, e si chiama… MARIANO CROCIATA.
Cioè, è come se un anarchico si chiamasse, chessò, ARMANDO LA BOMBA.
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Nomen Omen!!!!!!![]()
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Eluana, che la morte ti sia dolce
Pubblicato da Marcella De Carli
Siamo coetanee, più o meno. E lo riconosco soprattutto dalle tue foto, quelle che ti ritraggono coi capelli lunghi e il ciuffo da un lato, con le sopracciglia folte. Andava di moda così in quegli anni, ce le ho anch’io delle foto mie simili.
Eluana, io in questi anni sono cresciuta, diventata donna, ho potuto viaggiare, amare, avere dei figli. Non è stato così per te.
Ed ecco come vive ancora oggi Eluana: i suoi occhi si aprono e si chiudono seguendo il ritmo del giorno e della notte, ma non ti vedono. Le labbra sono scosse da un tremore continuo, gli arti tesi in uno spasimo e i piedi in posizione equina. Una cannula dal naso le porta il nutrimento allo stomaco. Ogni mattina gli infermieri le lavano il viso e il corpo con spugnature. Un clistere le libera l’intestino. Ogni due ore la girano nel letto. Una volta al giorno la mettono su una sedia con schienale ribaltabile, stando attenti che non cada in avanti. Poi di nuovo a letto.
“Malgrado non soffra direttamente per il suo stato, dovrebbe essere chiaro a tutti che la sua condizione è priva di dignità. Di lei rimane un corpo privo della capacità di provare qualsiasi esperienza, totalmente nelle mani del personale che la assiste. La sua condizione è penosa per coloro che la assistono e che hanno ormai perduto da tempo la speranza di un risveglio e per i suoi genitori, che hanno perso una figlia ma non possono elaborarne compiutamente il lutto”.
Che la morte ti sia dolce. Contro chi non ti ama e che oggi ha tentato di fermare l’ambulanza buttandosi sul cofano.
Che la morte ti sia dolce. Che non giungano a te quelle voci ipocrite riunite in preghiera.
Che la morte ti sia dolce. Ti giunga l’amore di tutti noi che amiamo la vita. E che la rispettiamo.
Che la morte ti sia dolce. E che la vita ricominci per chi ti ama. Per sempre con te.