I bambini e la neve a Milano
Pubblicato da Marcella De Carli
Il 5 gennaio ero in montagna, sull’appennino emiliano, decisa comunque a rientrare in serata. Poi hanno iniziato ad arrivarmi telefonate allarmanti sul tempo che andava peggiorando, amici e parenti che consigliavano il rientro improvviso in città perchè dal giorno della befana sarebbe scoppiato il finimondo.
Indecisi se partire di notte con la nebbia o di giorno con la neve, abbiamo, come nostra consuetudine, rimandato al domani. Così ci siamo messi in viaggio nella tarda mattinata del 6, quando a Milano già si erano depositati 10 centimetri di neve e sull’appennino iniziava a nevicare. Ci è andata bene, benissimo, almeno in autostrada. La tangenziale non era pulita ma si andava tranquillamente e noi abitiamo in periferia (una volta tanto una fortuna) e siamo arrivati a casa in tempo per non restare bloccati.
Il giorno dopo, il 7, è stato un incanto il risveglio. Bellissima Milano sepolta, silenziosa, ferma. Sarebbe stato perfetto se tutti, per un giorno almeno, avessimo deciso di fermarci, di scendere in strada a fare a palle di neve e a costruire pupazzi con i nostri bimbi.
Invece la nostra efficiente Sindaca ha deciso che nulla avrebbe fermato i milanesi e che le scuole sarebbero restate aperte. Così, stupidamente (me ne sono pentita!), abbiamo mandato i bambini a scuola, il più piccolo alla scuola dell’infanzia a duecento metri da casa, il grande alla primaria a due chilometri. Accompagnati dal papà (il grande in macchina), avrei dovuto poi ritirarli io.
Peccato che durante la giornata le notizie parlassero di una città bloccata, paralizzata, con strade impraticabili. Quindi, considerato che ho anche una neonata di 8 mesi, mi sono attrezzata per il recupero dei figli con zaino da montagna per la piccola e tute da sci per gli altri due. Sarebbe anche stata un’avventura se non si fosse messo a piovere…Ho, fortunamente, un padre che, se c’è, mi salva in queste situazioni, ma davvero ho avuto momenti di sconforto.
Come era ovvio che fosse i bambini hanno subìto dei super disagi: mancanza di insegnanti con conseguente divisione nelle varie classi (le maestre solo raramente abitano nei dintorni delle scuole in cui lavorano, nessuno ci pensa?), uscita anticipata per carenza di personale (già cronica nelle scuole dell’infanzia milanesi, figuriamoci con la neve!), freddo (ma è mai possibile che il riscaldamento venga acceso il giorno del rientro dalle vacanze dopo tre settimane di chiusura?!?), ritardo del cibo (che, dove è arrivato, è arrivato freddo). E, di fondo, tristezza per non essere stati capaci di goderci una giornata che avrebbe potuto essere speciale e che invece è stata solo faticosa.
In attesa che sia un buon anno, o che sia quello buono
Pubblicato da Marcella De Carli
Buon anno ai bambini e alle maestre
di Arturo Ghinelli, maestro elementare
Bambini, per il nuovo anno vi auguro tante mitiche sorprese.
- Una mamma e un papà che vi vogliano tanto bene senza se e senza ma. Di modo che possiate sentirvi sempre sicuri e non vi facciate mai prendere dalla paura, come capita sempre più spesso ai grandi.
- Una classe unica per tutti a scuola, indipendentemente dal paese di provenienza dei genitori, perché per fare amicizia con il vostro compagno di banco non gli chiedete il passaporto, vi basta che accetti di giocare, le parole verranno dopo…
- Una scuola aperta tutto il tempo necessario per imparare a stare con gli altri e per assaporare la cultura e la storia degli uomini e delle donne che sono stati bambini prima di voi.
- Una città che cresca con voi e vi ascolti prima di decidere come e cosa cambiare, perché ha capito che una città a misura di bambino è a misura di tutti.
- Un paese in cui ci siano più maestre che carabinieri, più bidelle che poliziotti, se non altro perché ci sono più bambini che delinquenti.
- Un mondo che tolga dalle strade i bambini abbandonati, tolga loro la fame, ne abbia cura e li istruisca utilizzando i soldi che prima spendeva per fare le guerre.
Alle maestre auguro invece di restare nel cuore dei propri ragazzi, così che, una volta diventati grandi, non avranno dubbi sulla necessità di scendere in piazza in difesa delle maestre.
- Una scuola che metta al centro il bambino e faccia affidamento sulla professionalità delle insegnanti.
- Una città che si ponga come vero e proprio ambiente d’apprendimento e perciò faciliti il lavoro delle insegnanti.
- Un paese che scommetta sulla formazione di tutti i suoi cittadini di ogni età e perciò investa capitali sull’aggiornamento delle insegnanti.
- Un mondo che in ogni suo angolo, anche il più remoto, offra gli insegnanti necessari ad aprire le scuole per tutti i bambini senza distinzione di sesso, razza o religione.
Infine faccio mio l’augurio che fece Gianni Rodari tanti anni fa:
“È difficile fare le cose difficili: parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco.
Bambini imparate a fare le cose difficili: regalare una rosa al cieco, cantare per il sordo, liberare gli schiavi che si credono liberi.“*Le maestre lo sanno e ci provano ogni giorno.
*Speciale Gianni Rodari, “Il Giornale dei genitori”, pag. 58-59, 1980
Il sifone - Caterina Guzzanti alias Gelmini
Pubblicato da Marcella De Carli
Raccontino natalizio
Pubblicato da Marcella De Carli
Come ogni Natale Babbo Natale distribuiva doni.
Non lo faceva senza criterio: leggeva le lettere che gli erano arrivate, scartava le richieste impossibili, quelle assurde e quelle eccessive e poi ne scartava anche tante altre, perché prendeva in considerazione solo quelle a cui poteva dare una risposta. E mentre lo faceva ripensava con nostalgia ai tempi in cui la globalizzazione ancora non c’era e poteva rispondere ad ogni lettera ed esaudire ogni desiderio. Erano i tempi in cui gli chiedevano un trenino elettrico o una bicicletta e lui faceva costruire tutto nel suo laboratorio e poi consegnava a domicilio con puntualità e precisione.
Ma adesso era costretto a scartare un sacco di richieste, lui che quel sacco lo aveva riempito e svuotato in continuazione: non poteva rispondere alle richieste di giochi per ps o per pc e neanche di giochi tradizionali, perché tutto aveva un marchio depositato, un brevetto, una registrazione, e lo avrebbero portato in causa e lo avrebbero arrestato per pirateria che, come si sa, è un crimine.
Non poteva soddisfare chi gli chiedeva denaro (erano sempre di più) perché la legge punisce i falsari.
Non poteva soddisfare chi gli chiedeva la felicità, perche la legge punisce gli spacciatori.
Non poteva soddisfare chi gli chiedeva la pace nel mondo, perché la pace è monopolio dei governi.
Non poteva soddisfare chi gli chiedeva la democrazia, perché per dargliela avrebbe dovuto fare delle guerre senza dichiararle.
Non poteva soddisfare chi gli chiedeva qualsiasi cosa, perché tutto era di proprietà di qualcun altro.
Babbo Natale diede il suo ultimo regalo a un bimbo (era una cosetta artigianale senza marchio e per la quale nessuno lo avrebbe denunciato) e decretò la sua fine: “Io non esisto”, disse.
Una parte del mondo, quella che possedeva i brevetti e i marchi sentenziò: “Era ora che anche tu ti rendessi conto che non esisti”.
Babbo Natale rispose: “Beh, anche voi non ve la passate tanto bene”
ringrazio max per la concessione
La tv francese cancella la messa di Natale!
Pubblicato da Marcella De Carli
Copio e incollo da MAX
GRAZIE
COME SEMPRE!!!!
Un’altra bella lezione dai francesi
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TF1 cancella diretta Messa di Natale
venerdì 19 dicembre 2008
La televisione francese Tf1 ha comunicato di aver cancellato la diretta da San Pietro della messa di Natale celebrata da Benedetto XVI dal proprio palinsesto del 24 dicembre e che al suo posto manderà in onda un «Gran bestiario di Natale», trasmissione ironica con un montaggio di cose natalizie divertenti oltre a un concerto di tre anni fa del cantante francese Michel Sardou.
Il Vaticano attraverso il suo portavoce padre Federico Lombardi esprime la propria amarezza: è «un segno di superficialità e una mancanza di attenzione alla sensibilità, alla cultura e alla tradizione religiosa di una vasta parte del Paese che, anche in occasione della recente visita di Benedetto XVI in Francia, si è invece dimostrata vitale e ben integrata nella società».
A quanto ho sentito, ufficialmente la diretta è stata cancellata per motivi di palinsesto. Le prime voci, invece, parlavano di una risposta alle proteste ufficiali inviate dal vaticano al presidente francese per la sua proposta di depenalizzare il reato di omosessualità.
Quanto è bella la destra francese (e non sto parlando della Carla Bruni)