Non-riforma Gelmini & Co. raccontata alle mamme fuori da scuola
Pubblicato da Marcella De Carli
Sarà il caso di capire un po’ che cosa potrebbe accadere e che cosa accadrà. Con parole semplici.
Il mio bambino più grande, Marte (Matteo per gli ottusi), frequenta la seconda elementare in una scuola di Milano, modello tempo pieno. Ha due insegnanti contitolari, che significa che hanno pari responsabilità e pari peso sul percorso educativo della classe, dividendosi gli ambiti disciplinari ma definendo insieme modalità, tempi e iter di apprendimento. Vuol dire che sì si dividono in materie, ma che si confrontano, che osservano e riferiscono, che, nei momenti di compresenza (4 ore settimanali) lavorano insieme con la classe: possono attivare dei lavori di piccolo gruppo o seguire i bambini individualmente, fare laboratori e uscite. Ciascuna delle due lavora per un totale di 24 ore settimanali, di cui 18 da sola con la classe, 4 con la collega e 2 di programmazione.
Sebastiano (Tian per gli amici) andrà in prima l’anno prossimo e l’unica cosa certa per ora è che ancora non è iscritto. Per il resto quello che ci aspetta è confuso e preoccupante. Scampato il pericolo grembiulino adesso vengono le cose serie. La maestra prevalente che farà le sue 24 ore con la classe, l’altra (che ricorda tanto “quella del pomeriggio” degli anni ‘70) che ne farà 18, offrendo 6 ore all’organico della scuola . Cioè? E’ un’altra storia, un’altra filosofia…e non mi piace.
E da quello che si legge (ma la Gelmini ha imparato dal capo e quindi si afferma e si smentisce da sola un giorno sì e l’altro pure, quindi prendiamo con le pinze il tutto), dato che le compresenze non ci saranno più nemmeno in seconda, terza, quarta e quinta, la filosofia cambierà anche per i bambini che già frequentano. E non solo. Sarà facile anche che cambino gli insegnanti a causa della confusione che deriverà dalla revisione delle graduatorie provinciali.
Insomma, quello che è certo è che ogni scuola si attrezzerà con il personale che le verrà assegnato e lì starà ai Dirigenti, più o meno illuminati, e ai Collegi docenti inventarsi qualcosa perchè i nostri bambini possano continuare ad avere le loro insegnanti e magari anche qualcosina in più. Ci sono ipotesi che parlano di tempo pieno con le compresenze in prima e seconda e spezzatino invece nel secondo ciclo (terza, quarta, quinta). Altre che si immaginano orari diversi a seconda del periodo scolastico, con le compresenze per alcuni mesi e per altri no…
A me sembra ancora una volta che la gente se le voglia bere proprio tutte. E forse se lo merita. Se non fosse che continuo a credere che i figli non debbano pagare per le colpe dei padri.
Io, Torchiera, la Nannini e De Andrè
Pubblicato da Marcella De Carli
CENTRI SOCIALI: DE CORATO, AREA TORCHIERA PERICOLANTE (ANSA) - MILANO, 23
GEN - Dopo lo sgombero di ieri del Cox 18, il vicesindaco Riccardo De Corato prende posizione su un
altro centro sociale, la Cascina comunale Torchiera, occupata dal 1993, dove domani si terrà un
mercatino. «Mi chiedo - sottolinea De Corato - come si possano fare manifestazioni in un’area
abusiva che non rispetta gli standard di sicurezza visto che, oltre a essere pericolante, quel luogo
non ha servizi igienici nè allacciamenti per disporre di acqua potabile, come mi è stato segnalato dal
Consiglio di Zona 8. È possibile che il Comune, che è il legittimo proprietario, debba rimanere
impotente di fronte a una simile situazione? E se dovesse succedere un crollo dell’edificio - aggiunge
- chi dovrebbe rispondere dei danni?». «La buona notizia» per De Corato «è che domani invece si
chiude un vecchio capitolo: quello del centro sociale Le Pergola che dopo un’occupazione ventennale
restituisce alla proprietà lo stabile». «Auspichiamo che anche per altre realtà milanesi da decenni in
condizioni simili - conclude - si abbia il coraggio di mettere un punto a certe vicende» . (ANSA). GGD
23-GEN-09 18:43 NNN
Intanto la Pergola non era occupato, ma sotto regolare contratto d’affito. E Torchiera non è più pericolante grazie ai lavori eseguiti da chi l’ha vissuto e lo vive.
Ma serve mentire in campagna elettorale.
Parlando dei vari centri sociali milanesi che ho frequentato ammetto che non sempre mi sono sentita a mio agio. Io vengo dal poco più che proletariato e sono naturalmente “terra terra”, qualità che non sempre si coniugano con il mondo alternativo della mia città.
E però Torchiera è diverso. Intanto perchè è nato ai margini della metropoli, e questo, per una di Baggio, lo rende già più simpatico. E poi perchè si è sempre distinto per una vocazione artistica sana e aperta.
Io ho avuto il mio momento di gloria lì: serata in ricordo di Fabrizio De Andrè a un anno dalla morte.
Arrivo a concerto stra-iniziato, è pieno e non si vede nemmeno chi c’è sul palco su cui vengo letteralmente sbattuta con un “dai che non ne sanno più…vai e canta!” Riconosco qualcuno degli ottoni e qualche altra faccia nota, ma la Gianna non l’avevo mica vista. Evidentemente è un momento di panico (esaurimento del repertorio noto) e Lei mi dice “ne sai una?” “….?” “una canzone di de andrè!” “avete già fatto Dolcenera?”"no, come ti chiami?” “Marcella” “Bene….ED ORA MARCELLA CANTERA’ PER NOI A CAPPELLA DOLCENERA!!!!!!”
ARGHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH
Ma l’ho fatto. E credo sia andata benino. Che stronza la Gianna. E poi mi dice se conosco “am…i….”. Non si sente niente, non capisco niente e le dico “no”. E così lei attacca a cantare la sua “america” e io non ci posso credere, la MIA “america” e, insomma…io e la nannini che cantiamo insieme America!!!!!!!
Ovviamente il giorno dopo l’ho dovuto raccontare a tutti e il momento migliore è stato quando ne ho parlato sul ballatoio con la mia vicina e lei mi ha detto “Troppo forte la Nannini, le facevo le pulizie un po’ di tempo fa….”
Televizione: Bonolis da Maria De Filippi che andrà a Sanremo che….
Pubblicato da Marcella De Carli
O che bello! Bonolis ospite ieri sera dalla De Filippi (questo lo definirei lo zapping utile). E la maria nazionale che dice
“Il bello è che stasera qui si faccia un promo a Sanremo indipendentemente da Rai e Mediaset”.
Bene, con questa si decreta la fine di qualunque voce fuori dal coro che ancora tenti di parlare di conflitto di interesse. Tanto ormai il buon Silvio possiede tutto e, evidentemente, non teme neanche più di renderlo palese.
Regime.
Senza luce
Pubblicato da Marcella De Carli
Niente metafore, semplicemente al buio. Da tre quarti d’ora al buio. Si era a tavola, tutta la famiglia, e improvvisamente…uuuuuuuuuuuuuuom! Buio. Ma proprio buio buio! In tutto il quartiere! E allora candele e torce per caricare la lavapiatti…che ovviamente non si sa quando andrà. Questo mi ha fatto ridere.
E poi l’eccitazione dei bambini e i vicini che bestemmiavano in cortile, forse c’è qualche partita.
E’ stato bello. E anche un po’ inquietante a un certo punto. Ho sentito una sirena di ambulanza e ho pensato a un nesso e, non so, mi ha agitato il pensiero stesso.
Mentre scrivo la luce è in un attimo tornata. E la magia svanisce.
Penso a chi vive così come condizione permanente, e magari ora anche senz’acqua potabile, senza gas, con le fognature a cielo aperto. Buonanotte ai bimbi di Gaza. Da noi la luce è tornata. Chissà.
Memoria
Pubblicato da Marcella De Carli
Ricordo dal Diario di Etty Hillesum, morta ad Auschwitz nel novembre 1943, la lezione d’amore. La volontà di fare del proprio vissuto una fonte per “temprarsi” e non ” indurirsi”.
In questo momento un pensiero ai bambini.
Domenica mattina 21-8-1943
Nel reparto maternità c’è un bebè di nove mesi, una piccola bambina. Qualcosa di molto bello e dolce e con gli occhi celesti. E’ arrivata qui diversi mesi fa come S-Fall (caso penale), la polizia l’aveva scovata in una clinica. Nessuno sa chi o dove siano i suoi genitori. Per ora la tengono nel reparto maternità, le infermiere si sono affezionate a quel giocattolino. Ma volevo dire questo: nei primi tempi quella neonata non poteva essere portata fuori, tutti gli altri bebè stavano all’aria aperta nelle loro carrozzelle ma lei doveva rimanere dentro, era pur sempre un “S-Fall”! L’ho chiesto a tre infermiere diverse, qui io vado sempre a sbattere contro dei fatti che mi paiono inverosimili ma che ogni volta mi vengono confermati.
Nella mia baracca-ospedale ho incontrato una ragazzina gracile e denutrita di dodici anni. Nello stesso modo simpatico e intelligente in cui un altro bambino ti racconta delle tabelline che impara a scuola, mi ha detto: sì, io vengo dalla baracca di punizione, io sono un caso penale.
Un bimbetto si tre anni e mezzo aveva rotto un vetro con un bastone, e quando suo padre gli aveva fatto una terribile sfuriata era scoppiato in un pianto dirotto e aveva detto. “Ooooh, adesso mi mettono nella n. 51 (= la prigione) e devo partire da solo sul treno dei prigionieri”.
E’ sconcertante come i bambini parlano tra loro, ho sentito un ragazzino dire a un altro: no, sai, il marchio da 120.000 non è proprio il migliore, ma se tu sei per metà ariano e per metà portoghese, allora sì che va bene. Anne-Marie ha sentito una madre dire al suo bambino, nella brughiera: “E se adesso non finisci da bravo il tuo budino, partirai senza la mamma!”