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Un’ora sola ti vorrei
Pubblicato da Marcella De Carli
“lucciola lucciola vien da me… dai piccola che ce la fai a dormire, mettiti giù….no, non te la do la tetta, non è sera, hai appena mangiato la pappa, è la nanna del giorno…..lucciola lucciola vien da me… dai, non succhiarti il piede, non è buono…ahahah…dai, smettila di ridere, prova a dormire…”
Ehm, stiamo provando a smettere, ormai ha più di quattordici mesi, ma facciamo entrambe un po’ di fatica. Così, ovviamente, cedo e le offro il seno, lei si rilassa e chiude gli occhi, con la mano mi stringe ritmicamente il braccio come fanno i gattini mentre prendono il latte, provo ad allontanarmi ma lei mi cerca ancora, alla fine mi stacco, Francesca trova il suo dito e si addormenta.
Li amo i miei figli, di un amore che non si dice e non si racconta, che riconosco bene quando uno di loro non sta bene o è in difficoltà per qualcosa. Un amore doloroso.
Marte, Matteo Arturo (come il papà della mia mamma), con le sue domande difficili e le sue sensibilità, il mio cucciolo grande, impegnativo e affascinante, che ieri ha deciso che in piscina si sarebbe portato un pezzo di polistirene, di quello che abbiamo usato per l’isolamento del tetto, da utilizzare come materassino e che ha coinvolto anche suo fratello nel progetto. Ed eccoli i miei bambini, che normalmente devo forzare a camminare, avventurarsi da soli per il campo in salita portando sulla testa ciascuno il suo pannello.
Tian, Sebastiano (il più bel nome che conosciamo, tralasciando il fatto che con il cognome Tagliabue gli segnerà un destino da prelato), dolcissimo e fragile, ostinato nel bene e nel male, un omino che ti apre il suo mondo se non gli fai del male, che viene a chiedermi se lo aiuto a prendere il bob in cantina perché lui è l’unico rimasto senza mentre gli altri scivolano giù per il prato. E siamo in luglio.
Fresca, Francesca (come la mia mamma), bimba nuova, allegra e vivace, che si fa sentire per tutto il borgo quando vuole qualcosa, veloce sulle sue gambette storte mentre si lancia vestita nell’acqua alta della piscina, sorridente appena la ripesco.
E’ una vita ricca, piena, felice, quella che sto vivendo. E’ anche una vita faticosa, che abbisogna di tante energie, che vorrei avere infinite, ma che non sempre ho.
Sto affrontando momenti che definirei epici, quotidiani lavaggi di pavimento con Francesca che mi si infila tra i piedi, mentre Marte tenta di fare i compiti sommando alla sua normale difficoltà di concentrazione il disturbo di Tian che gli fa dispetti. Ognuno vuole le sue attenzioni e i suoi spazi.
E qui, sola, nel paese dei miei nonni, in un pezzo di quella che fu la casa di famiglia, diventa quasi tangibile per me l’assenza di mia madre, dell’unica donna che, da sempre, aiuta un’altra donna nell’avventura della propria maternità.
La mia mamma, poi, sarebbe stata bravissima a farmi ridere aiutandomi a vedere l’aspetto comico di tutte le situazioni. Ci sarebbe stata senza bisogno di chiedere. Con intelligenza, tatto e rispetto. E senza volere nulla in cambio.
E’ un’assenza che non si sostituisce, un vuoto che si riempie solo con i ricordi, una presenza che sopravvive nella capacità di amare che mi ha lasciato.
Sappiamo arrivare in alto da sole
Pubblicato da Marcella De Carli
Dormono? Speriamo. Ho allattato Francesca, letto “i coniglietti tontoloni” a Sebastiano e lasciato Marte con Tin Tin.
La serata è dolce, fa fresco dopo una giornata calda e io mi sento come una che sta facendo una gara a tappe. Ogni sera mi dico che ce l’ho fatta.
Penso alle tante cose che ho in testa da giorni, a quello che avrei voluto scrivere. Al lavoro che voglio portare avanti per i bambini tutti. Prima di partire ho tenuto un intervento a un seminario sui nidi d’infanzia del Comune di Milano, presente l’assessore Moioli; l’ho fatto anche se un po’ tirata perchè la situazione è davvero pesante e io ci credo così tanto nell’importanza di una buona offerta nei primi anni di vita…
Ho davanti a me l’immagine di Loredana sui trampoli al presidio alle colonne, con un cartello appeso sulla schiena con la frase che mi ha mandato Tiziana via sms “sappiamo arrivare in alto da sole”.
Ecco, continuo a pensare alla faccenda delle immagini delle donne in televisione (e di riflesso ovunque) e mi viene in mente, ancora, che il punto mi piacerebbe fosse focalizzato di più sui bambini, sul loro subire stereotipi di genere così tristi.
Mi dico che lo farò, che riuscirò a scrivere ancora e ad attivarmi.
Per ora, anche senza puntare troppo in alto, essendo sola con i miei tre bambini mi concentro sul quotidiano personale, chè già mi sembra incredibile arrivare a sera senza crollare davanti alla tv, appunto.
Se poi i figli la smettono di farmi prendere un colpo ogni due giorni, con pseudo-collassi e rovinosissime e pericolose cadute, tanto di guadagnato.
Gli auguri a mia figlia
Pubblicato da Marcella De Carli
Francesca oggi compie un anno.
Dopo due figli maschi mi ritrovo a riflettere sul significato dell’essere madre di una bambina. Di una futura donna.
Sono figlia del femminismo e mai mi sarei aspettata di vivere con mia figlia un mondo intrinsecamente più maschilista di allora.
Un mondo in cui esistono, per esempio, bikini per neonate. Un mondo in cui ancora le insegnanti di scuola dell’infanzia dividono i giochi dei maschi da quelli delle femmine. Un mondo in cui i modelli delle giovani protagoniste dei cartoni animati sono ancora delle principesse sfigate che ottengono qualcosa solo grazie alla loro bellezza e al loro essere remissive. Un mondo in cui un capo di governo invita a sposarsi con un miliardario per uscire dal disagio della disoccupazione. Un mondo in cui anche se non vali niente basta essere belle e disponibili per ottenere una candidatura. Un mondo in cui a parità di competenze e di rendimento lavorativo una donna guadagna meno di un uomo. Un mondo in cui alle donne è concesso di lavorare ma non viene loro riconosciuto il valore del lavoro di cura.
Un mondo in cui insomma devi essere sempre allegra, disponibile, brava lavoratrice, prenderti cura dei tuoi figli e degli anziani di casa, senza smettere mai di corrispondere al modello estetico diffuso, soprattutto, altrimenti rimarrai sola.
E questo solo parlando del mondo a noi conosciuto e vicino.
Auguri piccola, la tua mamma ti dona il suo impegno per farti vivere un futuro migliore di questo presente.
Intanto, fortuna tua, ti è toccato un papà che condivide tutto questo. E due fratelli grandi che speriamo siano per te un buon esempio maschile.
Francesca
Pubblicato da Marcella De Carli
La mia bambina è stata piuttosto male in questi giorni e io con lei. Francesca dà un senso di completezza al mio essere madre, chiude, come si dice, un cerchio. Desiderata e attesa è arrivata nella nostra vita quasi inaspettatamente (quasi) e ancora forse non avevo realizzato la sua presenza come membro della famiglia al di là dell’essere una mia estensione. L’apprensione e il senso di impotenza me l’hanno fatta vedere “dal di fuori”, con gli occhi del padre e dei fratelli, dei nonni e degli amici. Benvenuta nel mondo di tutti piccola.