Archivio per la tag 'democrazia'
Lo sbarco
Pubblicato da Marcella De Carli
Questa mi sembra una delle migliori iniziative, un po’ di sostegno e di respiro. Chiedo a tutti i lettori del blog di fare girare il più possibile!
E la nave va: il manifesto
Siamo un gruppo di italiani/e che vivono a Barcellona.
Insieme ad amici (non solo italiani) assistiamo seriamente preoccupati a ciò che avviene in Italia. Certo la crisi c’è anche qua, ma la sensazione è che la situazione nel nostro Paese sia particolare, soprattutto sul lato culturale, umano, relazionale.
Il razzismo cresce, così come l’arroganza, la prepotenza, la repressione, il malaffare, il maschilismo, la diffusa cultura mafiosa, la mancanza di risposte per il mondo del lavoro, sempre più subalterno e sempre più precario. I meriti e i talenti delle persone, soprattutto dei giovani, non sono valorizzati. Cresce la cultura del favore, del disinteresse per il bene comune, della corsa al denaro, del privato in tutti i sensi.
In Spagna, negli ultimi mesi, sono usciti molti articoli raccontando quello che avviene in Italia, a volte in toni scandalistici, più spesso in toni perplessi, preoccupati, sconcertati.
Si è parlato dei campi Rom bruciati, dei provvedimenti di chiusura agli immigrati, delle aggressioni, dell’aumento dei gruppi neofascisti, delle ronde, dell’esercito nelle strade, della chiusura degli spazi di libertà e di democrazia, delle leggi ad personam.
Dall’estero abbiamo il vantaggio di non essere quotidianamente bombardati da un’informazione (??) volgare e martellante, da logiche di comunicazione davvero malsane.
E allora: che fare? Prima di tutto capire meglio, confrontarci, quindi provare a reagire. Siamo convinti che ci siano migliaia di esperienze di resistenza, di salvaguardia del territorio, di difesa dei diritti, della salute, di servizi pubblici di qualità. E che vadano sostenute.
Al termine di un percorso che abbiamo appena iniziato, vogliamo quindi organizzare una nave che parta da Barcellona e arrivi a Civitavecchia (o a Genova).
Sarà la nave dei diritti, che ricorderà la nostra Costituzione e la sua origine, laica e pluralista, la centralità della libertà e della democrazia vera, partecipata, trasparente: dai luoghi di lavoro alle scuole, ai quartieri, ai servizi, al territorio. Ricorderà che il pianeta che abbiamo è uno, è questo, questo è il nostro mare, di tutti i popoli. Che chiunque ha diritto di esistere, spostarsi, viaggiare, migrare, come ha diritto che la sua terra non sia sfruttata, depredata. Ricorderà che le menzogne immobilizzano, mentre la verità è rivoluzionaria.
Ricorderà che cultura e arte sono i punti più alti del genere umano, sono fonte di gioia e piacere per chi li produce e per chi ne beneficia, non sono fatte per il mercato.
Ricorderà che esistere può voler dire resistere, difendere la propria e l’altrui dignità, conservare la lucidità, il senso critico e la capacità di giudizio.
Creiamo ponti, non muri.
È un grido di aiuto e solidarietà, che vogliamo unisca chi sta assistendo da fuori a un imbarbarimento pericoloso a coloro che già stanno resistendo e non devono essere lasciati/e soli/e.
Non siamo un partito, non siamo una fondazione, non sventoliamo bandiere, tanto meno bianche. Siamo piuttosto un movimento di cittadini/e che non gode di alcun finanziamento.
Potete contattarci fin da subito all’indirizzo e-mail: contatto@losbarco.org
Guardate il blog: www.losbarco.org
Quando e come
La nave, un servizio di linea di cui occuperemmo una parte, dovrebbe partire giovedì 24 GIUGNO sera e rientrare domenica 27 GIUGNO sera. Durante il viaggio prevediamo di svolgere attività di vario tipo. Se hai qualche proposta, segnalacela.
Stiamo cercando di contrattare dei prezzi accessibili (intorno ai 100 Euro per persona) e penseremo a forme di autofinanziamento (collette, sottoscrizioni, feste…) affinchè anche coloro che hanno difficoltà economiche (studenti, disoccupati, famiglie numerose…) possano partecipare. Aiutaci!
Stiamo lavorando su due possibili destinazioni:
o Civitavecchia (e quindi: Roma) la nave in questo caso, essendo più grande, offre più servizi e ha saloni a disposizione per riunirsi, fare attività.
- o Genova, con il vantaggio di arrivare subito nel centro urbano.
Si tratterebbe poi di organizzare un’ospitalità per UNA NOTTE e una giornata nella città di destinazione, in una piazza, con eventi, incontri, quanto nascerà.
Vi chiediamo:
di far girare questa informazione e mandare osservazioni, il lavoro è in progress
di partecipare al viaggio se vivete qua o di aiutarci a preparare la parte di manifestazione “in Italia”: l’obiettivo è che partano 1000 persone (di tutte le età), altrimenti si penserà ad altro.
- Chiediamo anche un’adesione simbolica a gruppi italiani, europei, extraeuropei e a singole persone, intellettuali o meno, con messaggi di testo o video.
Verso lo smantellamento dei servizi all’infanzia di Milano
Pubblicato da Marcella De Carli
Ce la stanno mettendo tutta per distruggere decenni di lavoro e di impegno. E lo fanno senza confronto tra le parti, senza una minima motivazione che si regga su un’idea, un pensiero, se non quello del risparmio, celandosi dietro le esigenze delle famiglie (io sono tre volte genitore, ma come fruitore dei servizi all’infanzia del Comune di Milano nessuno mi ha mai chiesto quali fossero i miei bisogni o le mie aspettative…).
Mi sembra lo specchio di ciò che sta succedendo in Italia, dove qualcuno decide e tutti devono ubbidire.
Così è accaduto con Tremonti-Gelmini che, con prepotenza e senza chiedere il parere a chi si occupa di scuola (il mondo accademico) e a chi la scuola la fa (studenti, insegnanti e genitori), hanno potuto sferrare un tale attacco all’esistente da poter lasciare immaginare l’inizio della fine. O la fine della fine…
Raccontino natalizio
Pubblicato da Marcella De Carli
Come ogni Natale Babbo Natale distribuiva doni.
Non lo faceva senza criterio: leggeva le lettere che gli erano arrivate, scartava le richieste impossibili, quelle assurde e quelle eccessive e poi ne scartava anche tante altre, perché prendeva in considerazione solo quelle a cui poteva dare una risposta. E mentre lo faceva ripensava con nostalgia ai tempi in cui la globalizzazione ancora non c’era e poteva rispondere ad ogni lettera ed esaudire ogni desiderio. Erano i tempi in cui gli chiedevano un trenino elettrico o una bicicletta e lui faceva costruire tutto nel suo laboratorio e poi consegnava a domicilio con puntualità e precisione.
Ma adesso era costretto a scartare un sacco di richieste, lui che quel sacco lo aveva riempito e svuotato in continuazione: non poteva rispondere alle richieste di giochi per ps o per pc e neanche di giochi tradizionali, perché tutto aveva un marchio depositato, un brevetto, una registrazione, e lo avrebbero portato in causa e lo avrebbero arrestato per pirateria che, come si sa, è un crimine.
Non poteva soddisfare chi gli chiedeva denaro (erano sempre di più) perché la legge punisce i falsari.
Non poteva soddisfare chi gli chiedeva la felicità, perche la legge punisce gli spacciatori.
Non poteva soddisfare chi gli chiedeva la pace nel mondo, perché la pace è monopolio dei governi.
Non poteva soddisfare chi gli chiedeva la democrazia, perché per dargliela avrebbe dovuto fare delle guerre senza dichiararle.
Non poteva soddisfare chi gli chiedeva qualsiasi cosa, perché tutto era di proprietà di qualcun altro.
Babbo Natale diede il suo ultimo regalo a un bimbo (era una cosetta artigianale senza marchio e per la quale nessuno lo avrebbe denunciato) e decretò la sua fine: “Io non esisto”, disse.
Una parte del mondo, quella che possedeva i brevetti e i marchi sentenziò: “Era ora che anche tu ti rendessi conto che non esisti”.
Babbo Natale rispose: “Beh, anche voi non ve la passate tanto bene”
ringrazio max per la concessione
G8 Genova 2001 - Onda 2008
Pubblicato da Marcella De Carli
Non c’ero a Genova il 20 luglio 2001. Nemmeno il 21. Non c’ero, non potevo, anche se il dubbio rispetto al fatto di andarci o meno mi era venuto. Provavo invidia per chi c’era, volevo fare parte anch’io di quel movimento bellissimo di persone diverse tra loro, giovani e anziani, laici e cattolici, tutti in strada per dire “vogliamo un mondo più giusto”. Ero incinta del mio primo bambino che sarebbe poi nato il 7 agosto. Però mi ricordo tutto bene, benissimo. Ricordo che all’inizio sembrava che il massimo della trasgressione fosse esporre le mutande dai balconi. Poi, a un certo punto, tutto è cambiato. Ricordo la notizia della morte di Carlo Giuliani, mentre ancora non si sapeva bene e si parlava di un ragazzo spagnolo, le interviste ai suoi genitori i giorni dopo. Ricordo il massacro alla scuola Diaz. Ricordo la mia frustrazione e la rabbia e la voglia di esserci. E ricordo la manifestazione a Milano: c’era un’aria pesante, davvero tesa, non mi era mai capitato di sentirmi così…in pericolo.
Oggi la sentenza su quella che è stata definita una “macelleria messicana” mi ha ributtato di colpo a quei giorni, alla sensazione di impotenza e di ingiustizia . Di vergogna per loro.
In questi giorni un nuovo movimento sta nascendo in Italia, è forte, intelligente e mobile: un’onda. Anche oggi persone “normali” che non hanno paura di chiedere di essere ascoltate: genitori, bambini, docenti, ricercatori, studenti, bidelli, segretari, dirigenti…tutto il mondo della scuola si sta muovendo e lo fa con allegria e creatività.
Purtroppo qualche giorno fa mi è riapparso un fantasma: il vecchio intoccabile Cossiga che incita al massacro. Mi sono arrabbiata ma ho provato anche un po’ di pena per quest’uomo, ormai anziano, che ha dentro di sè tanto odio. Oggi, che di figli ne ho tre e che sono una di quelle maestre (anche se non una ragazzina) che Cossiga vorrebbe picchiata dalle forze dell’ordine, pur rendendomi conto che l’Italia non è mai stata così lontana dal concetto di democrazia, incredibilmente sento di non avere più paura. Io non ho paura. Sono preoccupata, triste, arrabbiata ancora, ma non ho paura. Non ce l’hanno fatta con me.