Tra ns
Pubblicato da Marcella De Carli
Da un po’ di tempo non vedo entrare e uscire nessuno. Forse perchè fa freddo e il cortile non si vive come d’estate, quando tutti sanno tutto di tutti.
Non ricordo nemmeno più da quanti anni vivono qui, ma saranno almeno otto o nove perchè forse ero incinta del mio primo figlio.
In un appartamento di venti metri quadrati in cinque, sei, a volte più persone. Tutte transessuali. Tutte sudamericane, per lo più brasiliane.
La prima fu Valeria. La sua posta arrivava a nome di un certo Elio. Era lei. Bellissima, una super donna. Io e la mia vicina la guardavamo dal ballatoio e ci chiedevamo come facesse a essere tanto bella, mentre usciva con le sue amiche e aspettava il taxi che l’avrebbe portata a lavorare.
Era lei la regina incondizionata. Ed era allegra e davvero simpatica.
Il cortile spesso sembrava un certo estetico, mentre qualcuna si spinzettava le sopracciglia altre si pettinavano, così, sedute sulle sedie davanti a casa. Erano scene divertenti, alcune piuttosto surreali, anche perchè alla luce del giorno, fatta salva Valeria, senza il trucco e i vestiti super sexy i corpi in trasformazione e non necessariamente aggraziati prendevano il sopravvento sull’immaginario notturno (vedasi colei che benevolmente avevamo soprannominato “Mike Tyson”).
Una domenica sera siamo tornati da un week-end fuori Milano, stanchi, con i bimbi addormentati, e appena varcata la soglia della corte ci siamo ritrovati in mezzo ad una mega festa con musica e cibo e palloncini e risate e balli. Magnifico. Il compleanno di Valeria.
Questo per dire che c’è stato un tempo in cui la convivenza poteva anche essere un po’ “rumorosa”, ma comunque alla luce del sole.
Poi, un giorno, Valeria è crollata. Era un pomeriggio in cui l’ho sentita urlare in cortile. Diceva che non poteva entrare in casa, che c’era in casa un uomo con un coltello, che la voleva uccidere. Giurava che fosse nascosto dentro dentro l’armadio.
Abbiamo chiamato i carabinieri, ma in casa non c’era nessuno. Dopo questo episodio Valeria è sparita e il clima è cambiato. Le ragazze che sono restate hanno iniziato e cercare di non farsi notare e dare meno “fastidio” possibile.
Non posso dire di averle conosciute bene, qualche scambio di battute (soprattutto sulle mie varie “pance”), ma la loro presenza mi ha reso in qualche modo partecipe di un mondo che non conoscevo. E mi ha obbligato a farci i conti REALMENTE.
Ho visto chi sono i loro clienti. Spesso mi sono ritrovata a commentare “incredibile, chi l’avrebbe mai detto?!?”. Perchè sono tanti i giovani, carini, anche tipi che potresti immaginare facilmente con la fidanzata. Distinti signori. Eleganti. Bravi padri di famiglia. Quelli che non ti immagineresti. O forse sì.
Dopo la scomparsa di Valeria un’unica altra regina l’ha sostituita, Samantha. Anche lei davvero bella, di una bellezza che difficilmente si conosce. Di quelle che mettono un po’ soggezione. Aveva un’amica bassetta e simpatica che si chiamava Paola. Con Paola ho scambiato più di qualche battuta sul loro Paese e sull’Italia e su cose più piccole, iniziavo, con naturalezza e senza forzature, e conoscere meglio la realtà che le interessava.
Poi ci sono state le vacanze estive, l’anno scorso.
Ero al mare quando ho letto questo articolo sul giornale.
Oggi c’è di nuovo tranquillità in cortile.
I rom di via Rubattino e le domande dei bambini
Pubblicato da Marcella De Carli
Sara mi permette di pubblicare la sua bellissima lettera. Da mamma e da maestra di bimbi rom non posso che ringraziarla per aver dato voce anche ai miei pensieri.
Milano, domenica 22 novembre 2009
C.A. Assessore Mariolina Moioli,
P.C. Prefetto Gian Valerio Lombardi
Sindaco Letizia Moratti
Vicesindaco Riccardo De Corato
Diocesi di Milano
Organi di stampa
Egregia Assessore Moioli,
le scrivo per sottoporle alcune semplici domande da parte di mio figlio di 5 anni in merito allo sgombero delle famiglie Rom da via Rubattino, e in particolare in merito alla condizione delle decine di bambini presenti nel campo.
Mio figlio vorrebbe sapere perché questi bambini hanno meno diritto di lui di stare insieme alle loro mamme e ai loro papà e ai loro fratelli e sorelle?
Perché hanno meno diritto di lui di dormire in una stanza calda?
Perché hanno meno diritto di lui di svegliarsi domani mattina e andare a scuola, nella classe che conoscono, con le maestre e i compagni che conoscono?
Perché hanno meno diritto di lui di essere vestiti, lavati, accuditi dai loro genitori?
Perché hanno meno diritto di lui di giocare, di imparare, di farsi coccolare?
Assessore, la prego di volermi dire cosa devo rispondere a mio figlio perché io non ho le parole.
In questi giorni ho seguito con grande angoscia e desolazione le vicende delle famiglie Rom sgomberate: la loro situazione è quella di una vera e propria emergenza umanitaria. Come milanese, come genitore, come donna non posso non identificarmi nella disperazione di queste persone: grazie allo sgombero circa 200 persone si ritrovano senza nulla, con bambini anche piccolissimi, molti ammalati, ridotti ad accamparsi sotto il ponte della tangenziale (e sgomberati anche da lì!) o dentro una chiesa. Anch’io nei loro panni non avrei accettato di essere separata dai miei figli più grandi e dal loro padre.
Lei, Mariolina, cosa avrebbe fatto?
Solo grazie alla mediazione di alcuni soggetti (che come cittadina mi sento di dover ringraziare) e alla grande solidarietà e vicinanza del quartiere nel quale le famiglie Rom avevano avviato un percorso di integrazione, almeno le donne e i bambini hanno trovato una sistemazione provvisoria.
Ma adesso cosa intendete fare?
Assessore, per lei che si dichiara un amministratore attento ai bisogni della città e una credente, le parole pietas e caritas sono solo remoti vocaboli desueti o continuano ad avere valore, a essere termini reali e concreti?
Visto che dichiara di agire in nome dei cittadini milanesi e di rispondere alle loro richieste, può dirmi come risponde alle richieste dei miei figli che vogliono pari dignità e pari diritti per i figli dei Rom?
E come risponde all’indignazione delle tante persone che in questi giorni si stanno mobilitando per aiutare queste famiglie?
Gli scout che stanno organizzando la raccolta di vestiti e coperte. La parrocchia che ha accolto le famiglie. I genitori e le maestre che stanno ospitando nelle proprie case i bambini che frequentano le scuole del quartiere. I cittadini, vicini e lontani, che manifestano la loro solidarietà, che ricomprano le cartelle portate via ai bambini. Le associazioni e i consiglieri comunali che ascoltano e sostengono le richieste dei cittadini Rom. Il vice prefetto che ha ricevuto la delegazione Rom.
Oggi mio figlio mi ha guardata aprire armadi e cassetti della sua cameretta e frugare alla ricerca di abiti pesanti e caldi. Mi ha guardata preparare un borsone e mi ha chiesto: “Mamma cosa stai facendo?”. Quando glielo ho spiegato e gli ho chiesto se non volesse regalare anche uno dei suoi giochi, ci ha pensato un po’ su e alla fine ne ha scelto uno e lo ha messo nel sacchetto.
Tempo fa, in visita nella mia scuola, lei mi ha apostrofata dicendo che devo educare i miei figli alla tolleranza, e che l’educazione passa attraverso l’esempio.
Lei oggi con lo sgombero dei bambini Rom e delle loro famiglie sta educando i miei figli alla tolleranza?
Quale esempio state dando ai miei figli, ai bambini di Milano, e a tutte le famiglie della nostra città?
Non è questa la tolleranza che voglio per la mia città.
Sara Zanisi,
una mamma milanese
Aggiunge Sara che suo figlio dopo aver sentito alla radio l’intervista a una delle mamme rom si è fatto rispiegare tutto, e alla risposta che è stato il sindaco che ha ordinato alla polizia di mandare le ruspe (“come con i Barbapapa”) ha chiesto: “ma il sindaco di Milano è un uomo o una donna?”, “una donna”, “che strano, di solito non fanno così”, “in che senso?”, “di solito non sono le femmine che fanno le monellerie ma i maschi…”.
A proposito di crocifisso in classe
Pubblicato da Marcella De Carli
Con questa sentenza la Corte Europea dei diritti dell’uomo stabilisce che il crocifisso in aula viola la libertà dei genitori di educare secondo le proprie convinzioni. Che possono essere, come nel mio caso, quelle di chi crede che il dubbio sia una gran bella fede.
E, già che siamo in tema, dirò che le ultime uscite circa la possibilità di introdurre l’ora di religione islamica nelle scuole mi sembrano quanto di più lontano da quel buon senso laico che dovrebbe connotare la scuola pubblica. A nessuno serve davvero, se non a chi la insegna, l’ora di religione, sia essa cattolica, musulmana, ebraica o buddista. E non mi convince nemmeno la proposta dell’ora di storia delle religioni…risponde a un reale bisogno degli alunni? Perchè se si parla di adolescenti è un discorso, se si parla di bambini a partire dai tre anni non saprei…
Con tutto quello che manca alla formazione dei nostri figli (da noi l’inglese non è ancora iniziato grazie ai tagli gelmini-tremonti) siamo sicuri che ci serva proprio la formazione spirituale? E a chi sarà affidata, nel caso?
Forza bambini, inquiniamo il mondo!
Pubblicato da Marcella De Carli
Di questi tempi tutti i Comuni si stanno muovendo in campagne “verdi”, dai vari “pedibus”, che invitano gli studenti ad usare il mezzo più ecologico per andare a scuola, le proprie gambe, alle varie “domeniche ecologiche”, dall’utilizzo dei pannelli solari negli edifici pubblici agli autobus elettrici.
Milano, città storicamente lungimirante, ha vinto la candidatura all’expò 2015 con il tema dello sviluppo sostenibile. Ottimo.
Ecco, allora qualcuno mi spiega come mai da anni ormai si assiste ad uno spreco davvero, quello sì, insostenibile, usando nelle mense di tutte le scuole di ogni ordine e grado della città stoviglie e bicchieri di plastica usa e getta?
Fino allo scorso anno lavoravo a Cesano Boscone, paese dell’hinterland milanese. I miei bambini avevano le loro tovaglie di stoffa (sempre pulite, tranquilli!) che imparavano a stendere sul tavolo e a piegare, apparecchiavano il tavolo con piatti e bicchieri di plastica dura che venivano quindi lavati.
Io, in bagno, facevo tenere ai bambini il loro bicchiere che veniva lavato da loro e settimanalmente si faceva un giro di lavapiatti in casa.
Oggi che lavoro in città mi ritrovo con tutte le stoviglie usa e getta di milanoristorazione, con i bicchieri di plastica in sezione e lo scottex al posto dell’asciugamano perchè la ASL dice che è più igienico.
Io dico che il concetto di igiene è evidentemente relativo e che basterebbe non ridurre i commessi nelle scuole e pulire di più i bagni perchè ci sia più sicurezza sulla salute dei bambini a scuola.
Detto questo, i miei complimenti alle educatrici delle scuola dell’infanzia che riciclano tutto il riciclabile nei cosiddetti “lavoretti”, così i bambini imparano a non sprecare….
Do ut des, il Papa dà, il Papa toglie
Pubblicato da Marcella De Carli
Quindi, vediamo. Il tar del Lazio dice che i crediti formativi ottenuti frequentando l’ora di religione sono discriminatori.
Il TAR, dopo aver ricordato il principio della laicità dello Stato, enunciato dalla Corte Costituzionale come “garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà religiosa, in regime di pluralismo confessionale e culturale (C. Cost. n.203/89), ha precisato che “sul piano giuridico, un insegnamento di carattere etico e religioso, strettamente attinente alla fede individuale, non può assolutamente essere oggetto di una valutazione sul piano del profitto scolastico”, la scelta di avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica deve essere assolutamente libera e in nessun modo condizionata. “In una società democratica” ha affermato il TAR, “certamente può essere considerata una violazione del principio del pluralismo il collegamento dell’insegnamento della religione con consistenti vantaggi sul piano del profitto scolastico e quindi con un’implicita promessa di vantaggi didattici, professionali ed
in definitiva materiali”.
Ma la vera “sentenza” mi pare questa
A tal proposito, “lo Stato, dopo aver sancito il postulato costituzionale dell’assoluta, inviolabile libertà di coscienza nelle questioni religiose, di professione e di pratica di qualsiasi culto “noto”, non può conferire ad una determinata confessione una posizione “dominante” - e quindi una indiscriminata tutela ed un’evidentissima netta poziorità - violando il pluralismo ideologico e religioso che caratterizza in defettibilmente ogni ordinamento democratico moderno”, infatti “qualsiasi religione- per sua natura - non è né un’attività culturale, né artistica, né ludica, né un’attività sportiva né un’attività lavorativa, ma attiene all’essere più profondo della spiritualità
dell’uomo ed a tale stregua va considerata a tutti gli effetti”.
E’ una cosa enorme, grandiosa!!!! Ma non mi sembra sia esplosa una bomba….o forse sì, se il Vaticano si affretta a ricordare che l’ora di religione DEVE essere di religione cattolica e non vagamente di etica o di “storia delle religioni”. E così richiama all’ordine quei pochi IRC illuminati che si sono guardati bene dal fare dottrina a scuola.
Chissà che posizione prenderà la nostra politica. Ora che Silvio tramonta all’ombra del compagno Fini grazie all’aiutino della Chiesa. Intanto sappiamo sicuramente come la pensa la Binetti, che in ogni caso sta sempre lì.